Quasi-blog
Raccolgo qui i miei scritti di carattere divulgativo – ma che hanno sempre origine nella ricerca
Raccolgo qui i miei scritti di carattere divulgativo – ma che hanno sempre origine nella ricerca
Ancora una volta, nel governo, si è tornati a parlare con insistenza della possibilità di un nuovo condono edilizio. Sebbene la questione sembra essere stata stralciata dal “Decreto Semplificazione”, a fronte della sua preoccupante ricorrenza, è utile chiarire alcuni punti su condono edilizio (e abusivismo).
Negli ultimi giorni su qualche quotidiano nazionale e sito di informazione è apparsa la notizia di una nuova ondata di demolizioni di abitazioni palestinesi a Gerusalemme Est da parte delle autorità israeliane. La notizia non ha avuto grande risalto. E non c’è da stupirsene. Questa volta, tuttavia, la faccenda è diversa dal solito
Storia vera di (blando?) integralismo cattolico in una scuola dell’infanzia della provincia padana (con finale a sorpresa). Ossia cronaca di una quotidianità che non assurge agli onori della stampa nazionale, ma che dice molto sul nostro paese.
In questi giorni il ministro dei trasporti Danilo Toninelli è stato (inspiegabilmente) oggetto dell’ennesima campagna denigratoria su social media e quotidiani allineati – orchestrata presumibilmente da un coacervo di radical-chic annoiati, intellettuali falliti e burocrati ministeriali rancorosi.
Qualche giorno fa il Ministero degli Interni ha emanato una circolare, indirizzata a tutti i prefetti, in cui si sollecita un’intensificazione delle iniziative contro le occupazioni abusive di immobili.
Il fatto di cronaca è noto a tutti: Trump ha dichiarato che gli Stati Uniti riconoscono Gerusalemme come capitale dello Stato di Israele.
In diversi paesi europei (l’ultimo assorto agli onori della cronaca è l’Olanda), al centro del dibattito politico vi sono sempre più spesso i diversi aspetti connessi alla presenza di musulmani. L’Italia, naturalmente, non fa eccezione. Da noi la discussione sembra concentrarsi soprattutto sulla costruzione di moschee.
In Italia, quella del cohousing è quasi diventata una moda, che, ciclicamente, percorre le pagine della stampa nazionale. L’ultimo articolo entusiasta in cui sono incappato risale a fine gennaio, pubblicato sul Corriere della Sera.
Lavoro da quattro anni all’Aquila. Ciò che amici e conoscenti mi chiedono ciclicamente è se in città, in termini di ricostruzione, sia ancora tutto fermo. I miei amici e conoscenti non sono certamente un campione statistico rappresentativo: ciò non toglie che questa loro percezione di come stia procedendo la ricostruzione sia …